“La cicatrice da taglio cesareo, come tutte le altre cicatrici, è una entità particolare e complessa. Però una cicatrice da cesareo non è una cicatrice come tutte le altre. E’ la testimonianza dell’arresto o dell’assenza dei movimenti della vita (quel passaggio iniziatico che è il parto).
Il taglio cesareo salva la vita delle donne e dei neonati, ma nello stesso tempo modifica l’ordine ontologico (metafisico).
Ogni taglio cesareo è diverso perché ogni donna lo vive in modo diverso, perché ha un vissuto personale e familiare diverso. Quindi l’impatto con il taglio cesareo sarà diverso…..
In natura, l’esterno protegge l’interno e così anche nel corpo questo ordine esiste: la pelle separa l’interno del corpo dal suo esterno. E così come lo separa, lo protegge: filtra e impedisce agli aggressori di penetrare ed evita la dispersione della nostra energia vitale. La bellezza della pelle sta nella capacità di separare e contemporaneamente creare l’apertura al contatto e alla comunicazione.
La pelle è il più grande organo del corpo ed è il primo senso a svilupparsi nel feto. Tutta la dolcezza della relazione madre-feto si trova nella pelle.
La pelle ha la stessa origine embrionaria del sistema nervoso centrale, dell’ipofisi, della ghiandola mammaria e delle surrenali.
Quando la pelle è toccata, noi siamo toccati nel nostro rivestimento, noi siamo feriti nella nostra dolcezza: ci sentiamo aggrediti “tutte le cicatrici sono una aggressione memorizzata dai tessuti”………..
Sotto la pelle, le fasce, sono quelle membrane che collegano tutte le parti, le strutture e gli organi tra loro. Se le fasce sono cicatrizzate, tutta la meccanica del corpo ne è informata e modificata. Se l’utero è ferito nella sua intimità si indurisce e crea una tensione meccanica e funzionale.
La cicatrici, quindi, altera l’ordine naturale. L’esterno non protegge più l’interno. La cicatrice si forma fisicamente ma resta aperta energeticamente. La pelle non fa più da barriera e diventiamo più vulnerabili all’influenza esterna e alla perdita di energia.
Il parto e la cicatrice
……..Questo vissuto, più o meno traumatico, rimane tra la mamma e il bambino, tra la mamma e se stessa e tra la mamma e suo marito, sia su un piano cosciente che su quello incosciente. Il benessere dell’incontro è alcune volte intaccato dalla rabbia, dalla delusione di non avere il bambino sopra di sé, dalla paura per il bambino, dal senso di colpa del bambino e dalla sua sensazione di non essere ascoltato o rispettato, ecc… La cicatrice è la memoria di questo vissuto……………………. Le cicatrici sono regioni spesso sensibili o anche che bruciano all’inizio e poi diventano insensibili come fossero “morte”. Non c’è più collegamento tra il cervello e questa parte del corpo. La memoria ne resta nascosta, immobilizzata.
• Come ritrovare l’armonia in tutto questo?
Per equilibrare una cicatrice sono necessarie 1-3 sedute almeno.
- La prima tappa della riconciliazione è il ringraziamento. Ringraziare la cicatrice è importante perché è grazie a lei che il bambino è nato e la mamma è sopravvissuta.
- La seconda tappa è il rilassamento, la liberazione emozionale e la dispersione energetica.
- La terza tappa è l’informazione positiva.
Il tempo, di per sé, non è per forza un fattore di miglioramento per la cicatrice; il disequilibrio fisico ed energetico è talmente importante che le conseguenze possono presentarsi in uno squilibrio anche anni dopo.
La relazione madre-figlio è per forza intaccata dal taglio cesareo. La madre ha difficoltà ad usare il termine partorire per la nascita del figlio e spesso si nota che residua una relazione di fusione dopo un cesareo. Il senso di colpa, la paura per il bambino, la mancanza di contatto e lo sguardo diretto possono condurre ad un eccessivo senso di protezione e in una relazione fusionale, più o meno coscientemente.
Il bambino può anche avere la tendenza di rispondere alle emozioni della madre (o ai problemi) con una iperattività o problemi di sonno per far vedere alla madre che è vivo e che tutto va bene, perché la vita è movimento.
L’amore è una questione di spazio. Durante il cesareo questo spazio non si crea………………………..
La relazione della donna con il suo corpo dopo il cesareo è intaccata da una zona più o meno sensibile intorno alla cicatrice. Talvolta la donna non vuole essere toccata in questa zona. Questa zona è normalmente una zona di piacere e di eccitazione diventa insensibile o intoccabile. La sessualità può cambiare. Il lavoro sulla cicatrice permette di ritrovare una sensibilità normale, anche dopo la prima seduta.
Anche l’aspetto estetico è importante nella relazione con il proprio corpo. Il rossore può diventare più chiaro, i cheloidi si appiattiscono e si ammorbidiscono. Sento spesso alla fine di una seduta che il “ventre brontola, diventa vivo”.
Ci sono donne che non riescono a perdere peso dopo un cesareo. Durante il trattamento le donne prendono coscienza che la loro immagine mentale è ancora di essere piene, incinta. Il cervello ha mantenuto questo stato e i chili non se ne vanno. La liberazione energetica della cicatrice permette la regolazione mentale e fisica.
Inoltre, la donna è tagliata energeticamente in due dal cesareo (o da una isterectomia laparotomica). Molti meridiani sono tagliati nel loro decorso verticale e così le fasce, che sono rispettivamente trasportatori energetici e di liquidi. Tutte le donne non lo sentono più ma per il corpo è una realtà. Durante il trattamento questa separazione diventa tangibile e le connessioni si formano dapprima piccole e fino a raggiungere l’armonizzazione globale tra l’alto e il basso del corpo.
L’equilibrio energetico e il ritorno ad una sensibilità normale (testimoniato da un riallacciamento e riconnessione nervosa) sono come una porta che si apre alla riconciliazione con il corpo, con la propria storia e che libera all’incontro con l’altro. Il cesareo non è un fatalità: è una tappa della vita. Il lavoro sulla cicatrice permette un nuovo incontro con il proprio corpo e le proprie emozioni. Si apre la porta per un “parto spontaneo dal basso dopo il cesareo (AVAC o VBAC) se la donna è nell’età e lo desidera vivere.
L’armonizzazione delle cicatrici non è un viaggio indietro ma una liberazione per camminare verso il futuro per la donna e la sua discendenza.”